martedì 21 novembre 2017

Il Vento artificiale nelle narrazioni: "Il paese del vento" di Grazia Deledda


Il romanzo Il paese del vento, scritto da Grazia Deledda, viene pubblicato nel 1931.
Il racconto si concentra sul tormento esistenziale di una giovane donna divisa tra la fedeltà al marito e la passione per un antico innamorato, è un romanzo poetico e appassionato, dominato dalla presenza di una natura selvaggia.


Copertina del romanzo
Nina, giovane sposa in viaggio con il suo consorte, si dirige verso un paese non definito dove inizierà la sua nuova vita coniugale. Lo stato d’animo che alberga nei cuori dei novelli sposi che attendono il trenino con le mani intrecciate, è giulivo, ricco di aspettative e di nuovi sogni da realizzare insieme.
Peccato che questa sensazione di fiduciosa attesa verso il futuro si interrompa bruscamente appena le rotaie del treno iniziano a scorrere sui binari.
Quel treno che avrebbe dovuto condurla nel paese dove amore e speranze avrebbero fatto da sfondo alla loro vita coniugale, si trasforma presto in una prigione dell’anima fatta di disillusioni e amarezza, dalla quale Nina evade affidandosi alla dimensione dei ricordi. La protagonista inizia così a presentarsi attraverso una serie di riflessioni personali su sé stessa, ma lo specchio in cui si osserva assumerà, nel corso dello svolgersi della trama, una nuova prospettiva perché Nina si scoprirà diversa.
Il viaggio, infatti, sarà anche dentro sé stessa, che da fanciulla ingenua, vissuta fino in quel momento in un paesino dalla mentalità arretrata dove la donna è relegata a ruolo di assidua lavoratrice e procreatrice alla quale si ribella con la sua passione per la lettura, diventerà consapevole della presenza del male nel mondo.
Giunti a destinazione, gli sposi vengono accolti da un forte vento che strappa via le ultime illusioni di ragazzina. Il vero protagonista del romanzo è proprio il vento, simbolo ricorrente, metafora del destino che agita le passioni umane.
Il vento soffia minaccioso quando Nina sente crescere l’agitazione interiore provocata dalla delusione e quando incombe su di lei l’ombra ostile del passato. La descrizione dei paesaggi e della casa d’infanzia a questo punto catapultano piacevolmente il lettore negli ambienti in cui l’autrice ha realmente vissuto.

Grazia Deledda (Nuoro, 27 settembre 1871 – Roma, 15 agosto 1936) è stata insignita del Premio Nobel per la letteratura nel 1926. La sua produzione è legata alle radici sarde, di cui descrive paesaggi e personaggi prendendo le distanze da una forma di regionalismo tipica dello stile verista, dando vita a una poetica originale in cui le vicende umane assumono una caratterizzazione universale. Tra le sue opere più importanti ricordiamo Canne al vento, La via del male, Elias Portolu, Marianna Sirca e Cosima.

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